La chianca amara
Nel 1510, Vieste fu assalita dal corsaro Dragut Rais, al comando di una flotta di galere. In quell’occasione, fu chiaro che a nulla erano servite le misure di difesa previste dal vicerè Don Pedro di Toledo.
Dragut, dal 1544 Vicerè di Algeri e Signore di Tripoli, era definito la “Spada vendicatrice dell’Islam”: le battaglie erano, per lui, mezzi per guadagnare il paradiso combattendo contro gli infedeli; si diceva che la sua ferocia non avesse limiti. Imperversò con scorrerie e saccheggi sulle coste napoletane, siciliane, liguri, toscane, calabresi…
Vieste venne assediata da una flotta composta da 70 galere. Dopo una settimana, durante la quale i viestani si difesero con tutte le forze, Dragut e le sue truppe entrarono in città, consumando distruzioni e saccheggi. Ma quel che più conta è che, in tale occasione, più di 7000 persone furono imprigionate; di queste circa 5000, tra cui donne e bambini, vennero uccise in modo inumano. Una moltitudine di viestani fu infatti decapitata sulla “chianca amara”, che in dialetto viestano significa “la roccia amara”.
La chianca amara è ancor oggi visibile nel centro della città storica. Passar vicino alla chianca, guardarne la forma leggermente concava e pensare per quale scopo essa fu utilizzata; pensare ai fiumi di sangue che, secondo le cronache del tempo, scorsero per le bianche strade viestane allagandole quasi… Sembra che la chianca resti un monumento storico purtroppo attuale, in questi tempi di esasperazione delle differenze culturali.
Dopo l’eccidio, sulle coste garganiche furono costruite alcune torri costiere di posta. Esse spiccavano sulle punte sporgenti dal mare, in modo da potersi controllare l’un l’altra, e avevano il compito di sorvegliare le acque e avvisare con segnali visivi l’avvicinarsi di imbarcazioni sospette.
Dragut Rais morì il 12 Giugno 1565, nel corso dell’assedio di Malta, ferito alla testa da una pietra.